12. P'i

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Linea 1

Se non dai importanza all'erba fine e tenera, vedrai come diventerà un cespuglio, allora non ce la farai a strapparla, le sue radici si faranno grosse e forti, lo stesso avviene con i problemi, i vizi, le amicizie... è saggio allontanarsi subito dagli ambienti insidiosi, dalle persone spinose e velenose, dalle passioni potenti, altrimenti una volta che mettono radici in te vi resti prigioniero. 

Linea 2
Se la vanità è il motore dell'umanità, l'adulazione ne è il lubrificante. Nell'Era del protagonismo quasi tutti cercano ammirazione, essere al centro dell'attenzione, cercano adorazione. Il problema è che in alcuni casi siamo condizionati: il datore di lavoro, un cliente, un personaggio con cariche di potere, gli insegnanti a scuola, persino i nostri stessi genitori o compagni... anche costoro pretendono complimenti, adulazioni sotto il falso nome di rispetto. Non è da ipocriti dar loro un riconoscimento, per la nostra pace, non è ipocrisia, è istinto di sopravvivenza. L'onesta non è urlare sempre in faccia a tutti quello che pensiamo, questo è imprudenza e sfacciataggine, basta che tu non faccia dell'adulazione un abitudine altrimenti resti prigioniero e lecca piede di chi ti usa e ti condiziona. Cerca di fuggire da quelle situazioni, evitare tali idoli o persone megalomani ed eccentriche, c'è di mezzo la tua libertà.

Linea 3
"Non vergognarti degli errori, rendendoli così dei crimini" diceva Confucio. Tutti noi facciamo sbagli, l'istinto ci porta a nasconderci per evitare il giudizio e l'incomprensione altrui, ma alcune situazioni non si possono nascondere, specialmente quando sei coinvolto con altre persone è doveroso uscire sempre allo scoperto, e per rispetto a gli altri chiedere scuse e procurare  emenda per quanto possibile,  altrimenti gli errori sociali prima poi vengono messi in piazza, non ti illude pensando che non si vedono, sei sotto l'occhio di tutti, impossibile nascondersi. Allora quello che era una semplice vergogna diventa un crimine, per evitare la critica ti ti sei arrecato invece la condanna. 

Linea 4
Dopo la tempesta arriva la calma, anche dopo le discussioni e delusioni arriva il momento di rimettersi in sesto e ripartire, di tirare le somme dell'accaduto per fare il meglio; ma il miglior modo di stare con gli altri è dare spazio e mai cercare di mettersi al di sopra degli altri o attirare l'attenzione, questo reca antipatie. Quando parli sii modesto, non alzare la voce per coprire quella degli altri, ti ascolteranno se sei coerente non se urli più degli altri; quando un anima è profonda gli altri desiderano ascoltarla sempre, sono gli altri a chiedergli di parlare per primo. Chi ha l'anima di leader vero verrà cercato dal gruppo per sentire il suo parere, chi invece si propone da leader è sempre un imprudente e da dubitarne.

Linea 5
Tutto torna alla normalità, ma tu ormai sai che la normalità non esiste, sopra di noi ci sono dei disegni potenti che non possiamo ostacolare, perchè in natura la norma è il cambiamento e prima o poi gli avvenimenti faranno il suo corso, le cose cambiano, le persone cambiano e anche tu sei cambiato. Chi non cambia soffre perchè si oppone e fa resistenza al fluire della natura. Essere fedele a te stesso vuole dire essere pronto al cambiamento, ti hanno messo sotto terra ma nessuno sapeva che eri un seme e sei diventato una pianta, credevano di averti seppellito invece sei cresciuto più forte di prima, tutto perchè sei rimasto fedele alle leggi del cambiamento. 

Linea 6
Sei riuscito a vincere la crisi, a passare il momento del ristagno, senti che la situazioni si è sbloccata, ti senti più sciolto; imparata la lezione non bisogna ripetersi, è necessario creare elementi che trasformino la situazione. Ma la cosa più importante è non crederti al sicuro, uscire con la testa in alto ma mai altezzoso, di solito si fa festa e baccano ma tu resta calmo e pacato, il trionfo è dentro di te, anche la gioia, effimero esternare la vittoria quando sai che nello spirito la battaglia non finisce mai, il lavoro su di sé è continuo. 


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